Perduto amor

Racconto breve – 2009

Ecco no, ci risiamo. Ci sono cascata di nuovo, ed adesso sono qui, la guardo, e non sono da nessuna parte.

Mi aspetta a casa come sempre, dolce.

Mi da un bacio, cerca due coccole . Mi racconta la giornata. Mi prende di contropiede e mi porta sul divano. Facciamo l’amore, tutto è perfetto e lei mi ama.

Ed io la amo. E’ ovvio.

Ma non sono da nessuna parte.

Adesso queste mura colorate mi confondono, vorrebbero non darlo a vedere ma mi circondano e m’imprigionano.

Lei si addormenta.

Oggi ho visto Anna. Dopo talmente tanto tempo. Siamo state ad un bar. No, prima lei ha chiamato, e dopo ci siamo incontrate lì.

Ha i capelli neri neri, lunghi e mossi, e gli occhi un po’ meno profondi di prima, tranne che in alcuni momenti.

Sono rimasta come congelata per qualche istante.

Le ho dato un abbraccio che non sono riuscita a rendere sincero come avrei voluto.

Di cosa parliamo neanche lo so. Mi sento tranquilla e bevo la mia birra.

Poi ci salutiamo. Il suo cellulare, come sempre, squilla troppo spesso. E qualcosa la porta altrove.

“Quindi ci si rivede…”

Inizio a camminare senza pensarci più.

E quando torno a casa da lei non ci sto pensando più. Non è una bugia. E’ scivolato via davvero.

Solo che la guardo e mi sento in quel modo. In quel modo odioso.

“Pronto, Max, sono io. Senti ti va di farci un giro? Avrei bisogno di un po’ d’aria…”

C’e’ sempre lui quando mi capitano gli stati confusionali più amorfi e di difficile intendimento.

“Allora, cosa succede stavolta, sentiamo…”

Cosa succede, sono le otto di sera, non esco da un po’. E adesso bevo un rum.

“Ma no. Non succede niente.”

“Allora che, hai voglia di ubriacarti?”

Di cosa ho voglia.

Ho voglia di avvicinarmi alla ragazza del bar, ed ho voglia che lei mi divori con gli occhi, si morda il labbro e si confonda, lasciando cadere il bicchiere che tiene in mano.

Poi ho voglia di sentire la sua pelle, in uno scontro tra il bagno e il bancone.

E che lei esca fuori furtivamente per aspettarmi.

“Ubriacarci mi sembra proprio l’unica cosa da fare! Cosa prendi?”

“ Quello che prendi tu ovviamente, tesoro.”

Mi risiedo, devo avere una faccia sconvolta. “ Allora che dice la tua anima gemella?”

M’incanto sul tavolo, istanti di silenzio.

“Aah, beh, lei sta bene. Sta benissimo e anzi, sta andando sai anche tutto meglio del previsto”

Ti prego, questo è il momento. Smascherami. Dimmi “Ehi! non me la dai a bere, cosa c’è che non va?” oppure, che so, dimmi “Sai, te ne volevo parlare, penso proprio che tu debba prenderti un po’ d’aria, allontanarti, staccare un po’…”

Questo sarebbe perfetto.

“Alla grande allora, sono proprio contento per voi, lo sai vero? Almeno mi dimostri che non proprio tutto va a rotoli.”

“Che succede?”

Chiedere che succede è molto ingenuo a volte.

“Beh, sai, dopo la morte del papà di Jose, ecco, lui non si è ancora ripreso, te ne avevo parlato, a volte vorrei chiedere l’aiuto di qualcuno. Non l’ho mai visto così, certi giorni quasi non si alza dal letto.”

“Oddio, mi dispiace che stia così..”

Si, so di suo padre, ma non ci pensavo, mi era completamente sfuggito dalla testa. Merda.

“Beh, vedi, io non so quasi più come aiutarlo. A volte neanche mi sente. Ma c’è dell’altro…”

“Che cosa?”

Fa un respiro profondo

“Ecco, mi hanno avvisato che, a breve, si insomma, a fine mese, sono senza lavoro…”

“Che cosa?? Ma è assurdo, come possono farlo, tu…tu devi fare qualcosa”

Non ci può fare niente. Mi sento una stupida io e i miei problemi.

Torno a casa, vorrei dormire da un’altra parte, vorrei abusare di ogni cosa stanotte, fino a sentirmi bella sporca.

Alla fine glielo dico.

Una cosa così mi mette sempre di cattivo umore.

Quando penso ad un amore che finisce, penso sempre che finire è una cosa inutile.

Mi sembra un artificio. Secondo me si potrebbe rimanere tutte per sempre amanti.

Ma qualcosa cambia, e qualcosa adesso è cambiato.

Quindi le dico: “Indovina chi ho incontrato? Anna”

“Ah beh, evidentemente non è ancora riuscita a schiodarsi da qui”

La odia, ma con la sua solita purezza.

“No, lei adesso ha trovato un lavoro.”

“ Capito.”

“Mmh ok, volevo dirti che…domani esco di nuovo con Max, sai, era un po’ giù”

“Non preoccuparti, rimarrò qui a casa, e…ti aspetterò.”

Forse non glielo dico, alla fine.

Facciamo l’amore. Poi chiudo gli occhi cadendo in un sogno.