L’ Amor che fugge

Un delirio desiderante (o desiderio delirante) – 2012

Infame sperduto il pensieroso

va su e giù, su e giù dalle scale

cerca di non pensare

perchè c’è e non c’è, c’è e va via, c’è e non si fa sentire come folate di vento intermittenti

che non si afferrano

neanche se desiderate

perchè ci sei e non ci sei, ci sei e vai via, ci sei e non ti sento come folate di vento intermittenti quando non si afferrano

neanche se desiderate

sorprende. A volte di mattina appena aperti gli occhi nelle goccie di sogni che scivolano sui vetri delle cornee

a volte durante il giorno distogliendo l’attenzione da qualsiasi cosa, inaspettato e rapitore pensiero che sale dallo stomaco infittittendosi al ricordo degli attimi

a volte prima di dormire, tra le righe di un libro frasi che non sono stampate, e volti che non appartengono al racconto e ancora sempre caldo, caldo il centro dello stomaco che manda impulsi elettrici lungo tutte le membra e su fino al corteccia cerebrale, quindi dentro dentro dentro.

Dentro dentro dentro

Dunque sono come istantanee mutlisensoriali che afferrano il corpo intero e piangono per frazioni di secondo e ridono per frazioni di secondo ed hanno tutto quello che vorrebbero solo per frazioni di secondo

sfumano e spariscono e si dissolvono lontane dalla realtà e al corpo non lasciano che aria solo aria

bruciante

polverosa

umida

averti non averti aspettarti andare fare come se

quattro e quattro otto

duro il suono delle parole…ma sono scelte

ti, erre, ti ancora qu qu quando quando

si scioglierà il nodo

o forse è proprio il nodo a tenermi legata

vecchie leggende

chiavi che girano dietro le porte rumore di mobili sbattuti teste sbattute chiodi al muro

ma è notte

chi è

chi sei tu che apri questa porta e scomponi tutto

l’invertebrato ordine dei pochi oggetti messi lì per caso

ad aspettare

e gli oggetti poi scomposti si trascinano sul pavimento della stanza

cercando ancora il loro posto

senza sapere

che il loro posto sta cambiando.

Si cade in sogno, e i sogni cadono

vanno come i bambini ruzzolando a carponi e poi su di nuovo e giù di nuovo e si rialzano

i sogni

come i bambini pieni di desideri

i sogni.

Hanno la stessa via di fuga del giorno che è libero di andare avanti e indietro nel tempo

Le braccia cedono si poggiano rimangono appese

come le lacrime quando cedono si poggiano rimangono rapprese

su per il setto nasale

senza una ragione al mondo

per lasciarsi andare

Non si perdona il pensieroso dei suoi pensieri. Non si perdona di scegliere e neanche di non farlo. Non si perdona di sfuggire sempre ai suoi pensieri, per andare.